Custodire, concepire. Il tempo e l’eccedenza (delle cose)
<<Verbo di ospitalità amorevole e benigna, … custodire è nutrire di bene possibile quanto ci è stato affidato, a cui siamo stati affidati, e che non ci appartiene per definizione. E il bene che teniamo in custodia ci approfondisce, diventa la nostra eccedenza… Concepire è verbo di azione tutta corporea, capace di vita – di corpo – da corpo di donna, il verbo-grembo più fecondo che esista… Concepire è verbo di inizio, di futuro e di vita a venire, di cominciamento di essere, sempre eccedente. Concepire è custodire, a ogni respiro, tutta la vita che siamo…>>.